domenica 30 novembre 2014

Bologna-bari 2-0 W il cinema!

Tacopina risponde per e-mail ad un tifoso:

grazie per le tue mail federico, prima di tutto grande vittoria oggi... è bello essere in terza posizione da soli. tornero' nella mia citta' la settimana prossima ma stai tranquillo che sto lavorando ogni giorno per la nostra squadra nell' ufficio bfc di new york.
per quanto riguarda tutte le storie e speculazioni, ti assicuro che sono solo persone che fanno drammi inesistenti.
io e joey siamo una cosa sola... questa settimana metteremo fine a queste storie
un abbraccio ai tifosi bolognesi
joe 

queste invece le dichiarazioni del pres a 051


Non manca da New York il commento del presidente del Bologna Joe Tacopina, che attraverso ilsito ufficiale del club rossoblù ha speso parole importanti per la squadra: "Abbiamo vinto una gara difficile contro una delle squadre più forti della serie B. E' stata una bella vittoria, meritata non solo per quello che abbiamo fatto oggi ma anche per quello che abbiamo dimostrato nelle ultime partite, raccogliendo meno di quanto meritato. Aveva ragione Lopez a dire di non essere preoccupato perché la squadra ha sempre giocato bene anche quando non ha raccolto punti. Il Bologna ha mostrato un grande spirito e dopo un mese difficile è dove tutti ci aspettavamo che fosse. Il percorso per la serie A è lungo ma siamo sulla strada giusta. Seguo con grande attenzione la squadra anche da qui e nei prossimi giorni tornerò a Bologna. Per una partita come quella di oggi è valsa la pena fare un'alzataccia alle 6 del mattino!"
Poca gente oggi allo stadio spaventati dalla previsione di pioggia e sfiniti dalle informazioni
deliranti della stampa; ma il Bologna c'e' soffre tanto (nel primo tempo)ma riesce anche ad essere pericoloso.Laribi firma la doppietta in questa importante vittoria che rilancia la squadra.



A fine partita nel nostro settore abbiamo esposto:"W il cinema" ;ci accusano di essere ingenui ma per noi questa settimana si chiuderanno le questioni e gli spifferi . Spero che cio' riporti il giusto entusiasmo!




AVANTI BOLOGNA!



sabato 22 novembre 2014

Avanti Tacopina ,avanti Bologna!

Per una settimana gli "stimati" giornalai e "radiolai" ci terrorizzano:taco non presenta a guaraldi la fideussione  dovuta,anzi si la presenta (si lo so' che non l'ha presentata ma era pronto a farlo) ma non della banca che il serio ex presiniente richiede.
Tutto il progetto e' in crisi urlano,Saputo non viene e rischiamo di fallire di nuovo, cavallette e stormi di liquame baraldianoguaraldiano assaltano i nuovi.
Viene presentato Fenucci come direttore generale,fantascienza praticamente! i giornalai gli fanno notare che saranno vigili.....come lo sono stati sempre! AHAHHAHHHAHAHHHAHHAAHHHA ! non avete dignita'!
Intanto la squadra dopo Livorno e Brescia butta altri due punti  nel finale a la spezia,appare evidente che la rosa e' assai ristretta e ogni volta che si deve attingere dalla panca i risultati sono mediocri.
Qualche segnale di "braccino corto" anche da parte di lopez ma vista la precedente gestione
di piu' sinceramente era impossibile  pretenderlo.
Gia' la precedente gestione...molti si sono gia' scordati che con loro saremmo falliti un mese fa , punto.Speriamo che in fretta arrivi il nuovo ds cosi' il team sara' completato.

venerdì 7 novembre 2014

quest'uomo un vero MITO!

Bologna, l’abbonato dei record:
«Io, nei Distinti dal 1936»

L’ingegner Tassoni: «Ho perso solo tre match»

Giuseppe Tassoni, classe 1929Giuseppe Tassoni, classe 1929
BOLOGNA - «Il prato è sempre stato bellissimo, verde, perfetto, come oggi. Le squadre invece… Ma io sono stato fortunato: cresciuto sotto la Torre di Maratona, abituato a vincere quasi sempre, sono stato un bambino viziato». Parole d’amore. Rosse e blu. Una storia infinita che parte da lontano e che non si è ancora fermata. È quella di Giuseppe Tassoni, ingegnere classe 1929, abbonato fin dal 1936. Tifoso dalle mille partite. Sempre nei Distinti: «Settore D Fila 10 posto 44», recita lui. Anche quest’anno l’ho sottoscritta verso le 8.30 il primo giorni di campagna, come sempre».
DA BAMBINO AL LITTORIALE - Cresciuto con i miti dell’anteguerra, è oggi costretto a parlare del Carpi. Ma va bene così: il Bologna è gioia, è vita, è passione. È qualcosa che non si può tradire né abbandonare. «Bisogna esserci, bisogna abbonarsi e arrivare almeno a 20 mila, come le grandi squadre». Sembra uno spot per Tacopina, ma è un pensiero sincero. I racconti di Tassoni partono da Strada Maggiore 6, in una grande casa che quasi tocca la Torre Asinelli, dove l’ingegnere è nato senza mai spostarsi. «La comprò mio nonno nel 1913». E da lì, salendo sul tram, il papà iniziò a portarlo al Littoriale per vedere “il Bologna che tremare il mondo fa”, quando ancora c’era la statua equestre del Duce.
IL RICORDO DI SCHIAVIO IN CAMPO - «Avrò avuto sei o sette anni, erano gli ultimissimi anni di Schiavio. Mi ricordo questo signore con le gambe fasciate che correva e che poi rivedevo in Clavature. Non rammento i suoi gol, ma le formazioni tutte, certo». L’idolo però era un altro. «Biavati, un’ala che averne oggi. Ricordo bene i gol di Puricelli, molto simili fra loro: Biavati correva sulla corsia di destra, non si limitava però ad andare sul fondo, ma rientrava a sinistra per fare il cross corto che Puricelli metteva sempre dentro, e se veniva lungo c’era poi Reguzzoni ad aspettare». Foto in bianco e nero, bellissima. «Allo stadio poca gente. C’erano due biglietti: tribuna e tutto il resto, così la gente stava al centro e le curve erano quasi vuote».
QUASI 80 ABBONAMENTI - Tassoni mostra le tessere, una montagna. «Prima le ritiravano e solo negli anni ’50 ce le hanno lasciate». Tutte forate. «Ho perso solo tre partite casalinghe: col Palermo per la febbre, con l’Atalanta perché ero in Africa e poi nel 2013 col Verona, malato». In 75 campionati eh. Mentre nel ’64 feci anche tutte le trasferte tranne a Bari, Palermo e a Genova con la Samp, dove perdemmo in notturna». Poi un biglietto. «Quello dello spareggio a Roma con l’Inter, ma quello bello è quello del treno dove si legge “treno speciale rossoblù Bologna Roma e viceversa”, comprato alla Cit Salvatori in Piazza Re Enzo”». Tassoni ha anche due (2) tessere di Futuro Rossoblù: «una come ingegnere e una come tifoso». Va mo’ là.
CINQUE SCUDETTI SU SETTE - Tutto il Bologna minuto per minuto. Cinque gli scudetti vinti, dal ’36 al ’64, tutti quelli di Dall’Ara. «Un tempo si festeggiava in modo sobrio, ricordo poco i primi due, benissimo gli altri tre». Pioggia, vento, sole, neve, l’ingegnere è sempre lì. Dal Littoriale al Comunale e infine il Dall’Ara. «La maglia sempre quella: rossoblù e poi verde, quando c’era il Genoa o il Milan. Il rosso era vivo e acceso, mica scuro. Poi è arrivata la maglia bianca». Un mondo senza numeri sulle spalle: arrivarono nel ’39. «Infatti quando vedevo le foto dei club inglesi pensavo “Cosa sono quei numeri lì?”. Noi i nostri li riconoscevamo anche senza: erano sempre gli stessi undici». E sciorina la formazione: «Ferrari, Fiorini, Pagotto, Montesanto…». Pochi ricordi dell’Universale, molti della Coppa Europa «con le squadre dell’Est».
IL DOPOGUERRA – Poi, dopo la pausa bellica, «le grandi iniziano a spendere, Dall’Ara rimane indietro e viene contestato. Era un dittatore buono che parlava strano: “il miglior acquisto è non vendere” era il suo motto, ma i tifosi non erano felici. Capiva di calcio così così, ma aveva fidati consiglieri come Sansone, Viani (mi piaceva il giusto), Schiavio. Erano anni che se arrivavi 5° ci rimanevi male». Pensa te. Grandi discussioni al bar Otello, punto di riferimento della tifoseria già negli anni ’30. «Da via Orefici partivano e arrivavano i pullman per le trasferte e lì la sera si andava per farsi raccontare la partita. Perché la radio faceva quello che faceva e la tv ancora non c’era». Le foto sul Calcio Illustrato, sul Carlino e su Stadio «che andavamo a comprare la notte in stazione»
GIOCATORI, ALLENATORI, PRESIDENTI - Tassoni ricorda tutto: le prime trasferte del ’46 a Modena e Firenze, la salvezza del ’52 alla penultima a Milano con l’Inter per 2-2 «abbiamo rischiato almeno tre o quatro volte in quegli anni», Gino Cappello, «discontinuo, con dei giocatori tristi attorno, ma quando partiva era eccezionale, aveva dei 15’ incredibili…», le amate ali, «Biavati, Cervellati, Perani, Nervo: servirebbero a Cacia», la gente a bordo campo per un Bologna-Milan con 50 mila spettatori, «cosa successe? Niente: vinse il Milan e tornammo a casa», la sudditanza degli arbitri, «con la Juve c’era già negli anni ‘50», le bussate di Ballacci, «era un soggetto che quando entrava entrava, eh. E comunque anche Janich picchiava duro», Pavinato che lotta con Hamrin, «non mollava mai l’avversario», le geometrie di Fogli, «quello che mi piaceva più di tutti», le invenzioni di Haller e poi Bulgarelli, «uomo squadra, uno che fin da piccolo si vedeva che aveva dei piedi buoni, come Mancini», Savoldi che stacca di testa «ma amava un po’ troppo i soldi», e ancora Signori, «piaciuto molto», Baggio, «ma solo un anno», e prima ancora Pivatelli, «tirava delle stangate che erano micidiali», e ancora Pascutti «che gol che faceva…! La gente scattava in piedi come una molla». L’affetto con cui parla dei giocatori non è lo stesso riservato agli allenatori o ai presidenti. Tassoni ‘nasce’ con Felsner, «che ricordo bene, ma non Weisz», e poi Sarosi, Bernardini, Carniglia, Fabbri, «una brava persona», Pesaola, Ulivieri, «uno competente, del mestiere, come del resto Guidolin che non è stato un bluff, Pioli alla fine invece non ne azzeccava una». Il motto è chiaro: tutta gente a tempo determinato. Un po’ meno i presidenti. «Bene Dall’Ara, certo, e dopo di lui Gazzoni, giusto farlo presidente onorario, ci ha rimesso tanti soldi, si è comportato da signore. Come del resto Menarini. Guaraldi invece un ambizioso che ha fatto solo dei guai».
GLI AMERICANI DI IERI E DI OGGI - Ora gli americani. «La prima volta li vidi che avevo 16 anni. Era il 21 aprile del ’45, noi eravamo sfollati e poi trasferiti per poco tempo in via Santa dato che casa nostra era occupata da altri sfollati e quella mattina, era presto e io potevo girare liberamente, imboccando via Gerusalemme vidi sfilare dei polacchi col fucile, “mo chi sono?”. Tornai a casa, mi sgridarono, ma dopo poche ore arrivarono in piazza gli americani, e fu festa grande». E oggi? «Loro si sono esposti molto e un bluff non può essere. Mi domando però perché gente con tanti soldi viene qui. Spero che sia tutto vero, ci spero tanto. Fra l’altro a Tacopina volevo fare un discorso…». Calcio? «No: tecnico-edilizio-economico…». Apperò. La storia va avanti, le vicende si accavallano e così i tanti personaggi - giocatori e poi allenatori e presidenti – ma tutto è passeggero tranne una cosa: il club, il Bologna. Quello è sempre lì, nel cuore. «E se a gennaio, viste le difese tristi che ci sono in B, compriamo uno che fa gol, torniamo subito in A». Nel caso, per Tassoni abbonamento omaggio. Nei distinti, ovvio.

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